Sono 30 le destinazioni in tutto il mondo che la celebre guida Lonely Planet, da molti considerata la “Bibbia dei viaggiatori”, suggerisce di programmare per il 2021. Lo fa seguendo tre parametri: comunità, diversità e sostenibilità, convinta che quando riprenderemo a viaggiare lo faremo in modo diverso, consapevole e più attento alle persone che ci ospiteranno, privilegiando i viaggi ambientali, i progetti culturali e le comunità che hanno fatto della sostenibilità uno stile di vita. Nell’elenco delle mete preferite da scoprire nel 2021 ci sono due realtà italiane: le Vie di Dante, iniziativa culturale e sostenibile di turismo lento che da Ravenna a Firenze per 395 chilometri attraversa borghi, castelli e pievi seguendo le orme del Sommo Poeta nell’anno in cui si celebrano i 700 anni della sua morte; e il progetto “Girl in Florence”, della blogger Georgette, che si pone l’obiettivo di mostrare i segreti del capoluogo toscano attraverso gli occhi di artisti e artigiani locali, di negozi indipendenti e residenti stranieri.
Il parametro più richiesto per scegliere una destinazione è l’ambiente: tra i progetti “green” più interessanti ci sono il ripristino del bush australiano, che sta lentamente rinascendo dalle ceneri grazie alle comunità locali; la salvaguardia della fauna selvatica in Ruanda che ha contribuito a salvare i gorilla di montagna, specie a rischio di estinzione; e la scoperta dell’isola di El Hierro, alle Canarie, paradiso di sostenibilità grazie all’introduzione di energie rinnovabili, ai programmi di riciclaggio innovativi e alla promozione della mobilità elettrica. L’isola più piccola dell’arcipelago spagnolo è considerata, tra l’altro, una destinazione multigenerazionale perché conquista viaggiatori di ogni età e dai gusti più diversi. Anche i progetti urbani determinano la scelta: Medellín, in Colombia, per esempio, finora considerata una città pericolosa, oggi è diventata la più innovativa grazie alla riqualificazione urbana.
Sempre in tema di ambiente Antigua e Barbuda sono destinazioni emergenti da scoprire appena sarà possibile, perché hanno fatto della sostenibilità uno stile di vita vietando la plastica monouso e il polistirolo e istituendo un “green corridor” con hotel, resort e negozi che operano nel rispetto dell’ambiente.
Tra le mete da considerare ci sono anche Palau, stato insulare della Micronesia, per il suo impegno per l’ambiente; la città svedese di Göteborg, che mira a raggiungere l’indipendenza dai carburanti fossili entro il 2030, e le Isole Faroe che invitano i turisti a fare volontariato per contribuire a preservare il paesaggio naturale. Spicca per la valorizzazione ambientale e locale dell’Irlanda il Burren ecotourism network, un gruppo di oltre 70 imprese locali che intende trasformare il Burren e il Cliffs of Moher Geopark in un punto di riferimento mondiale per il turismo sostenibile. Ambiente e valorizzazione della natura anche in Etiopia dove Tesfa Tours organizza trekking speciali condotti da persone del posto attraverso i paesaggi del Paese.
Tra le strutture ricettive ecocompatibili la guida invita a scoprire il Grootberg Lodge, in Namibia, un lussuoso resort a basso impatto ambientale che contribuisce a salvaguardare le popolazioni di leoni e rinoceronti neri attraverso la responsabilizzazione della comunità.
Lonely Planet ha individuato anche le persone che vale la pena conoscere per il primo viaggio che faremo usciti dalla pandemia: nella categoria “sostenibilità” ci sono i racconti di viaggio della blogger Soraya Abdel-Hadi che uniscono il desiderio di viaggiare con la promozione di tutela del mondo. Tra gli altri numerosi soggetti da conoscere c’è l’attivista Hesham Moadamani, fuggito dalla guerra civile siriana, che organizza itinerari a Berlino, dove vive, sulla scia della propria esperienza con i Refugee Voices Tours. La guida ha individuato anche alcuni interessanti progetti sociali dedicati al mondo del turismo: Wheel The World, tour operator californiano che organizza viaggi per disabili in 30 Paesi del mondo, e Invisible Cities, impresa nordamericana e britannica che offre ai senzatetto l’opportunità di diventare guide turistiche nella propria città, proponendo itinerari a piedi alternativi e avvincenti. Infine, sempre in tema di integrazione sociale, il blogger Jeff Jenkins con i suoi “Chubby Diaries” fornisce informazioni pratiche ai viaggiatori oversize. Di grande interesse sociale sono anche l’iniziativa dell’associazione del turismo in Kazakistan, che organizza soggiorni nei villaggi rurali, in modo da accedere così a nuove opportunità economiche; e il Costa Rica, un paradiso per chi si muove su una sedia a rotelle grazie a severe norme sull’accessibilità.
Per il prossimo anno la guida inserisce anche la cucina della Grecia e segnala il Footprint Cafés a Siem Reap, in Cambogia, tra i locali da scoprire perché unisce la cucina khmer salutista a un nuovo approccio di coworking, mettendo i residenti nella condizione di realizzare i propri sogni professionali. Infine, per la categoria “diversità”, la Lonely ci parla della chef maori Monique Fiso dello Hiakai di Wellington, capitale della Nuova Zelanda; Fiso ha intrapreso con successo la missione di utilizzare ingredienti autoctoni e tecniche di cottura indigene.
Non manca per il prossimo anno anche lo slow travel e la guida segnala il Virginia Mountain Bike Trail, un itinerario da fare in bicicletta di quasi 800 chilometri attraverso le Blue Ridge Mountains e l’Appalachian Trail, negli Stati Uniti e, in Canada, il viaggio in treno Rocky Mountaineer, che ha adottato tutte le misure necessarie per ridurre le emissioni di anidride carbonica, aumentare la raccolta differenziata a bordo e collaborare con varie organizzazioni impegnate nella salvaguardia della fauna locale.
Infine ci sono tre destinazioni che meritano di essere visitate: la città californiana di San Diego come eterogeneo rifugio di artisti e importante fulcro culturale; Amman, in Giordania, per la sua rinomata ospitalità che affonda le origini nelle tradizioni levantine e beduine; e le Sea Islands, al largo della costa sud-orientale degli Stati Uniti, meta isolata e tranquilla, i cui abitanti, i gullah-geechee, hanno conservato il retaggio culturale africano più ricco della nazione.

Fonte: https://www.ansa.it