Determinate, coraggiose, si fanno avanti tra fornelli e libri di contabilità, tra pentole e business plan. Sono le chef italiane oltreoceano, ambasciatrici della nostra cucina e portatrici di una cultura imprenditoriale tutta a stelle e strisce dove il cibo è anche impresa. Capaci di coniugare la tradizione culinaria della madrepatria con la lezione del management americano, l’esercito delle donne italiane avanza piano piano nella duplice veste di imprenditrici e chef, in un settore ancora dominato dagli uomini ma destinato a cambiare velocemente. Ancora una volta, è la terra americana ad anticipare i cambiamenti e dettare i tempi futuri.
La stessa dove Alice Waters ha iniziato una rivoluzione irreversibile oltre ventanni fa, Julia Child ha lanciato ante litteram il fenomeno dei cooking show, Lidia Bastianich ha creato il modello di chef manager, Marcella Hazan ha portato l’italianità nelle cucine. Ed è sempre negli Stati Uniti che oggi si premia la francese Dominique Crenn, unica donna a ricevere tre stelle Michelin, e trovano ampiamente spazio le nuove generazioni come la giovanissima chef messicana Daniela Soto-Innes, eletta “migliore cuoca 2019” per The World’s 50 Best Restaurants. Hanno lasciato l’Italia non più di vent’anni fa, vivendo con un piede nel Belpaese e uno in America, hanno abbracciato il meglio della cultura del paese ospitante senza rinunciare alla loro identità. Ecco chi sono le protagoniste italiane di questa piccola rivoluzione rosa in cucina.
Odette Fada, la pioniera, Rita Sodi, giovanissima Silvia Barban, Elisa Rizzi, Katia Delogu, Cecilia Di Paola, Barbara Pollastrini, Paola Aranci
E sulle donne in cucina si pronuncia lo chef Raffaele Solinas, presidente dell’Associazione Italiana chef a New York, che conta solo tre donne iscritte, di cui due nel board. “È un pregiudizio che appartiene ai ristoratori di vecchia generazione, quello di avere una certa resistenza circa la presenza delle donne in cucina” dice lo chef del ristorante Maiella a Long Island City. Oggi al contrario si cerca di avere più donne perchè finalmente si apprezza la loro manualità, creatività e le loro spiccate capacità manageriali. I tempi stanno cambiando e io vedo un futuro roseo”.