Nell’Abruzzo dei gioielli dei pastori, dei paesi a grappolo e dei tratturi della transumanza, sta nascendo la Via Verde della Costa dei Trabocchi: 40 km di pista ciclabile in sede protetta, su asfalto, ricavata sul sedime della ferrovia adriatica arretrata alla fine degli anni ’90. Un tassello importante per lo sviluppo del cicloturismo, la cui ultimazione è prevista per agosto. La greenway è parte del progetto della Ciclovia Adriatica o Bike to Coast lanciato già nel 2013: un percorso di 134 km sulla costa adriatica da Martinsicuro a San Salvo, praticamente tutto il litorale abruzzese, con 83 metri di dislivello, una pendenza media dello 0,9%, massima del 9,7%.
Con la realizzazione dei 40 km della Costa dei Trabocchi, il progetto risulterà completo al 92%. Con ponti e tratti da realizzare, il Bike to Coast è adesso percorribile al 60%. Per arrivare al 100% manca il tratto da Ortona a Francavilla, la cui ultimazione prevede ancora 2 anni di lavori, e la ciclabile dell’abitato di Silvi Marina. Mancherebbe anche la realizzazione di alcuni bike point. Quello che esiste e funziona fa a capo da Claudio di Dionisio di BikeLife, sul retro della stazione di Francavilla al Mare, in piazza Benedetto Croce 1.
7 buoni motivi per viaggiare in bici in Abruzzo
1 La Costa dei Trabocchi
La nuova greenway sposta così i fari della ribalta sul tratto di costa da Ortona a Vasto, meno battuto dal turismo balneare (più concentrato nelle spiagge del litorale nord), ma disseminato da eccezionali architetture marine quasi spettrali, i “trabocchi”, fondati su palafitte, agganciati alla terra ferma da passerelle (un tempo, semplici travi di legno piallate), costruiti da pescatori stanziali per aggirare le rocce affioranti. Trenta di queste architetture da pesca sono state salvate; alcune, come quella di Punta Tufano, custodiscono gli attrezzi e le foto della memoria; altri come quello di Punta Cavalluccio si sono trasformati in ristoranti di pesce decisamente pieds dans l’eau. Studiate il vostro percorso ciclistico in modo di inserire almeno una tappa in queste eccezionali palafitte della memoria.
2 Punta Aderci
Dove i lavori della Via Verde sono in corso, ci vuole una mtb per esplorare la zona della greenway su sentieri alternativi. Spettacolari, con scorci che ricordano una certa Scozia, sono i sentieri che attraversano la Riserva Naturale di Punta Aderci appena a nord di Punta Penna (Vasto). Vigneti, giunchi e campi di graminacee cingono in un morbido assedio il un promontorio-falesia che si sbriciola in una spiaggia di ciottoli. La spiaggia di Punta Penna si apre poi alla vista come un anfiteatro, con il cordone dunale e la sabbia finissima. Tutt’intorno una fitta boscaglia. Ciclamini e giglio marino, cespugli di limonio virgato e liquirizia, in primavera dal profumo intenso, sono possibili compagni del viaggio in bicicletta.
3 I Calanchi di Atri
Da Atri a Villa Vomano, si pedala su una delle strade più belle della zona collinare che si estende, in Abruzzo, tra le montagne e il mare. Il paesaggio ha un deciso carattere preappenninico, a tratti morbido, a volte ruvido. Colline con uliveti, giunchi e macchie boschive che si allungano verso il Gran Sasso, si alternano alle pareti aride, scoscese e argillose della Riserva Regionale dei Calanchi di Atri, con le sue architetture naturali dette Bolge dantesche, Ripe e Unghiate del Diavolo. Scendendo dalla bicicletta e avventurandosi a piedi, s’incontrerebbero cespugli di cappero, contorte tamerici, macchie di liquirizia, sambuchi e olmi campestri.
4 Le pendici della Majella
Chieti, cittadella dall’impianto urbanistico di matrice romana, in collina, è un piacevole mix di saliscendi, luci e ombre. Nella città dove si produce il Corfinio, un liquore dolce e giallo a base di radici ed erbe, le Terme Romane nella parte bassa della città hanno un bellissimo pavimento musivo con delfini e ippocampi in lotta. Il celebre Guerriero di Capestrano, del VI sec., alto 2 metri, con due dischi a protezione del cuore e il volto mascherato è custodito nel Museo Archeologico Nazionale La Civitella: fu ritrovato nel 1934 da un contadino che lo tenne per qualche mese a guardia della sua abitazione. In bicicletta si parte quindi in discesa in direzione di Bucchianico, Pretoro e Guardiagrele. Un percorso facile, di 24 km, tra le colline sotto la Majella, la Montagna Madre, con il manto stradale purtroppo mal tenuto, in leggero saliscendi.
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