Le bottiglie di plastica dovranno contenere almeno il 25% di materiale riciclato entro il 2025 e il 30% entro il 2030. Novità anche per l’etichettatura informativa

Stop alle plastiche monouso nella Ue: il Parlamento europeo ha approvato in via definitiva una nuova direttiva che entro il 2021 impone agli stati membri di vietare l’uso di una serie di articoli in plastica monouso come piatti, posate, cannucce, bastoncini cotonati, mescolatori per bevande e aste per palloncini (l’accordo politico era stato raggiunto a dicembre scorso). Il provvedimento è stato approvato con 560 voti a favore, 35 contrari e 28 astenuti. Secondo la direttiva, inoltre, entro il 2029 gli Stati membri dovranno raccogliere attraverso la differenziata il 90% delle bottiglie di plastica. La normativa prevede anche che entro il 2025 le bottiglie di plastica debbano contenere almeno il 25% di contenuto riciclato, per passare al 30% entro il 2030 (Il lungomare di Napoli «plastic free» dal primo maggio).

Attenzione al mare
Secondo la Commissione europea, oltre l’80% dei rifiuti marini è costituito da plastica. A causa della sua lenta decomposizione, la plastica si accumula nei mari, negli oceani e sulle spiagge dell’Ue e del mondo. I residui di plastica sono ingeriti dalle specie marine (come tartarughe marine, foche, balene e uccelli, ma anche dai pesci e dai crostacei) e sono quindi presenti nella catena alimentare umana

Via le bottiglie entro il 2029
La direttiva fissa anche un obiettivo di raccolta del 90% per le bottiglie di plastica entro il 2029 (invece del 2025 originariamente proposto dalla Commissione europea, nel maggio 2018), mediante l’introduzione di sistemi di cauzione-deposito, come quelli già esistenti per alcune bottiglie di vetro. La proposta prevede anche obiettivi di riduzione del consumo per i contenitori per alimenti e tazze per bevande in plastica (qui avevamo raccontato «L’odore della plastica che attira e uccide gli uccelli marini»). Gli Stati membri potranno ridurne il consumo fissando obiettivi nazionali, mettendo a disposizione prodotti alternativi presso i punti vendita, o impedendo che i prodotti di plastica monouso siano forniti gratuitamente. I produttori, poi, dovranno contribuire a coprire i costi di gestione e bonifica dei rifiuti, e i costi delle misure di sensibilizzazione.

Soddisfazione delle associazioni
«Con una maggioranza schiacciante l’Europa dice stop alla plastica monouso. Così come accaduto con i cotton fioc non biodegradabili e le microplastiche nei cosmetici, ci aspettiamo che l’Italia sia tra i primi Paesi Europei ad attivarsi per recepire la direttiva», ha detto Raffaella Giugni, Responsabile relazioni istituzionali di Marevivo. Commentando il voto Giuseppe Ungherese, responsabile della Campagna Inquinamento di Greenpeace Italia, ha aggiunto: «Il Parlamento Ue oggi ha risposto alle richieste e alle preoccupazioni di milioni di cittadini, la soluzione definitiva è però ancora lontana. Non introducendo misure vincolanti per gli Stati membri per ridurre il consumo di contenitori per alimenti, e ritardando di quattro anni l’obbligo di raccogliere separatamente il 90 per cento delle bottiglie in plastica, l’Europa regala infatti alle grandi multinazionali la possibilità di fare ancora enormi profitti con la plastica usa e getta, a scapito del Pianeta».