La rete ciclabile dei trabocchi, una via sostenibile per scoprire il tratto di litorale abruzzese che prende il nome proprio da queste strutture utilizzate un tempo per pescare, in modo sostenibile

“Proteso dagli scogli, simile a un mostro in agguato, con i suoi cento arti il trabocco aveva un aspetto formidabile“. Per Gabriele D’Annunzio i trabocchi erano ragni colossali e li descrisse nel suo romanzo Il Trionfo della Morte come “macchine che parevano vivere di vita propria“.

L’estate italiana ha permesso di scoprire tesori quali la Costa dei Trabocchi, tratto di litorale abruzzese in provincia di Chieti che prende il nome proprio dai suoi 23 trabocchi, antiche macchine da pesca su palafitta in legno, protese sul mare e legate agli scogli grazie a dei ferri, che non sono altro che antichi binari dei treni recuperati. Il legno è pino d’Aleppo, scelto come materiale perché modellabile e resistente sia alla salsedine che alle forti raffiche di vento che spesso si abbattono sulle coste adriatiche. Fra le varie teorie sulle prime apparizioni dei trabocchi sulle coste abruzzesi, una delle più accreditate li farebbe risalire addirittura al XVIII secolo. Si tratta quindi di veri e propri monumenti che raccontano la storia di questo luogo, visitabile anche attraverso una rete ciclabile che si sta via via sviluppando a pettine tra la costa e l’entroterra, la rete ciclabile dei trabocchi.

Dai comuni del lungomare ai borghi medievali, dai beni culturali ai paesaggi rurali, il progetto di mobilità sostenibile per il territorio è frutto del gruppo di lavoro Trabocchi Mob, una collaborazione tra Camera di Commercio Chieti Pescara, Gal Costa dei Trabocchi, Legambiente, Polo Inoltra – Trasporti e Logistica, Di Fonzo bus e Sangritana, con il supporto della Regione Abruzzo e della Provincia di Chieti.

La rete ciclabile dei trabocchi nasce con l’obiettivo di diffondere la cultura della mobilità sostenibile, di riorganizzare il territorio della Costa dei Trabocchi per una fruizione sostenibile del mare e quindi turistica e per la mobilità locale durante l’arco dell’anno. Obiettivo del cicloturismo sostenibile è quello di limitare l’utilizzo dell’auto, evitando di congestionare la trafficatissima statale Adriatica che corre lungo tutta la costa e i pochi parcheggi presenti per accedere alle spiagge, e per favorire l’intermodalità tra treno e biciclette, con il vantaggio che molte sono le stazioni abruzzesi e le biciclette viaggiano gratis. Tratto principale della rete ciclabile dei trabocchi è la cosiddetta Via Verde, che corre lungo la costa per 42 chilometri lungo un vecchio tracciato ferroviario abbandonato, da Ortona a San Salvo, al momento in stato di cantiere, con fine lavori prevista per il 2021, dalla quale a pettine si diramano altri percorsi quali la ciclabile del Foro, di 9,76 km, da Francavilla al Mare a Miglianico, la via dei mulini, di 21,8 km da Ortona ad Arielli, il cammino S. Tommaso, di 19,8 km da Ortona a Canosa Sannita, il torrente Feltrino, di 13,8 km da San Vito Chietino a Lanciano, la via Rocca San Giovanni, di 17,1 km da La Foce Rocca San Giovanni a Lanciano, la Val Sinello, 15,6 km da Casalbordino, lungo il Fiume Sinello. Grazie alla via delle vigne, un tracciato interno che corre per 127 chilometri a cavallo delle colline litoranee da Francavilla al mare a San Salvo, questi percorsi formano una serie di anelli, tutti collegati alle stazioni ferroviarie sulla costa formando una rete di oltre 300 chilometri di percorsi ciclabili.

Questo progetto, che punta a far diventare la Francavilla-San Salvo una delle ciclovie più scenografiche dell’Italia Centro-meridionale, sarà parte di un’opera infrastrutturale ancora più ambiziosa: una pista ciclabile che dai due lembi più estremi percorrerà l’Adriatico in tutta la sua lunghezza.

La strada verde consentirà così di andare da Trieste a Santa Maria di Leuca in bicicletta, lungo la futura ciclovia più lunga d’Europa. Gli itinerari qui si compongono di percorsi con pendenza non elevata di diversa natura (su fondo stradale, strade bianche, terra battuta) percorribili con mountain bike, bici trekking, bici gravel (biciclette muscolari) ed e-bike.

Già dalla scorsa stagione, inoltre, con il gruppo di lavoro Trabocchi Mob, “in parallelo allo sviluppo dei tracciati della rete ciclabile, stiamo sperimentando diverse soluzioni di mobilità sostenibile per il turismo, con feedback finale dell’utente – spiega Carlo Ricci il direttore del Gal (Gruppo di Azione Locale) Costa dei Trabocchi – per esempio autobus con porta-bici per salire dalla costa alle città d’arte, bike station dove il turista che va al mare in treno può noleggiare una bici con il 50% di sconto, info mobilità dedicata online e tramite appositi cartelli“.

“Qui c’è tutto, la natura, la cultura, la topografia, il clima, le potenzialità – afferma Patrick Kofler, esperto di mobilità ciclistica che ha partecipato al progetto – La ciclabile naturale, non un’autostrada delle bici, fa sì che si possa vivere il territorio, sfruttando strade già esistenti e con determinate caratteristiche lungo i crinali o i fiumi. La logica è quella di avere un percorso ciclabile fruibile da tutti i target di turisti, dalle famiglie agli esperti, per connettere l’entroterra con la costa tramite 5 anelli con percorrenza del 90% su pista ciclabile e strade secondarie e interpoderali, con una pendenza che non supera il 10%“.

La rete ciclabile dei trabocchi è una greenway che utilizza le risorse del territorio senza impattare sullo stesso, prendendosi cura dell’ambiente e attraversandolo in maniera sostenibile. Questo è il miglior modo per vivere una costa che trabocca di bellezza e natura.

Fonte: https://www.greenplanner.it/