Lo scorso 4 giugno 2019, la Regione Abruzzo ha approvato il progetto di legge che prevede modifiche e integrazioni alle leggi regionali per il recupero e la valorizzazione dei trabocchi della costa abruzzese.

La modifica approvata pone limiti e stabilisce criteri per i ristoranti delle storiche strutture: la norma fissa i parametri tecnici dimensionali dei trabocchi in 160 mq calpestabili e 50 mq per i servizi tecnici, con una presenza massima sulla struttura di 60 persone, compreso il personale.

In questi giorni i sindaci della costa abruzzese, in attesa della normativa, hanno fatto fronte comune decidendo di revocare le autorizzazioni per le attività di ristorazione nei trabocchi a seguito della visita ispettiva della Capitaneria di Porto che ha riscontrato diverse irregolarità nelle strutture che hanno subito numerose trasformazioni nel corso del tempo per adeguare le macchine da pesca in ristoranti sul mare.

Sul piede di guerra i traboccanti che, nel corso degli ultimi 25 anni, hanno investito sulle loro attività, grazie proprio ai permessi rilasciati dai Comuni interessati che invece, nelle ultime settimane, da quando è esploso il caso, hanno revocato le autorizzazioni ordinando attraverso le apposite delibere la chiusura immediata.

Tra le modifiche apportate all’articolo 3-bis della legge regionale numero 13 del 2019, si legge: “Limitatamente ai trabocchi, al fine di ottimizzare e valorizzare l’attività di ristorazione svolta dagli stessi in relazione dell’effettiva esigenza dei flussi turistici e delle visite didattico-culturali provenienti dal territorio regionale ed extra-regionale, è definita una superficie complessiva di occupazione massima di 2 mila metri quadrati comprensiva di specchio d’acqua e strutture componenti il trabocco”.

“Nell’ottica del perseguimento degli scopi didattico-culturali richiamati nel presente comma, il titolare della struttura promuove la diffusione della storia del trabocco, quale elemento essenziale della tradizione locale: per i medesimi fini la Regione Abruzzo, d’intesa con ititolari delle strutture, sostiene visite guidate sui trabocchi, nell’ottica soprattutto di promuovere l’immagine della costa dei trabocchi sull’intero territorio nazionale ed extra nazionale”.

E ancora: “la parte della struttura componente il trabocco destinata a ristorazione aperta al pubblico non può eccedere la superficie di 160 metriquadrati calpestabili e la parte destinata ai servizi accessori connessi alla ristorazione, quali cucina e servizi, non può eccedere la superficie di 50 metri quadrati calpestabili. L’attività di ristorazione può essere svolta sul trabocco con un’accoglienza massima di 60 persone, inclusi ospiti e personale”.

Per quanto riguarda la superficie delle passerelle di accesso: “è esclusa dal computo dei parametri massimi individuati. La relativa superficie è determinata in base alla distanza del trabocco dalla costa. La larghezza massima consentita della passerella di accesso è di 2 metri, adeguata alla normativa vigente in materia di sicurezza per la pubblica incolumità delle persone ed a quella in materia di abbattimento delle barriere architettoniche”.

C’è poi la delicata questione che riguarda il recupero e la ristrutturazione dei trabocchi. Nelle modifica al testo di legge, infatti, viene precisato che devono essere compunque rispettati i limiti di superficie “subordinati al rispetto delle disposizioni edilizie di cui al Dpr del 6 giugno 2001 numero 380 ‘Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di edilizia), in quanto compatibili ed applicabili, dalle prescrizioni igienico-sanitarie, di sicurezza e antincendio vigenti, laddove previsti dalla normativa statale in materia in relazione alla tipologia di intervento”.

Per i trabocchi situati in aree sottoposte a vincolo paesaggistico e per quelli vincolati ai sensi del decreto legislativo 22 gennaio 2004, numero 42, gli interventi di recupero, utilizzazione e ristrutturazione sono in ogni caso consentiti previa autorizzazione dell’amministrazione preposta alla tutela del vincolo. Restano comunque ferme le prescrizioni in materia poste da norme ambientali o paesaggistiche nazionali e regionali”.

Ora quindi, per poter continuare a lavorare, i trabocchi dovranno essere necessariamente messi a norma e anche in fretta, considerando che la stagione estiva è alle porte e che anche troppo tempo è stato perso visto che le ordinanze di chiusura hanno già fatto perdere almeno un paio di mesi a diversi imprenditori tra San Vito e Fossacesia.

Fonte: http://www.abruzzoweb.it