Da oltre un secolo punto di riferimento dell’universo gastronomico internazionale, la pubblicazione della guida Michelin chiude ufficialmente la (difficile) stagione delle guide di settore, con il comparto della ristorazione così pesantemente colpito dalla diffusione del coronavirus, che vede attualmente in Italia – limitandosi al solo circuito dei locali cosiddetti stellati – la chiusura di circa l’85% delle attività (dati aggiornati disponibili QUI), tra serrate momentanee dovute all’istituzione della zona rossa e definitive.
Nonostante l’annus horribilis che ci stiamo lasciando alle spalle (?), seguendo gli abituali cinque criteri di selezione adottati in tutto il mondo – ovvero qualità dei prodotti, padronanza delle tecniche di cottura, armonia dei sapori, personalità dello chef in cucina, costanza della qualità delle proposte nel tempo – tra un Dpcm e l’altro gli ispettori della rossa sono riusciti comunque a portare a termine il proprio lavoro, assegnando anche nell’edizione 2021 una pioggia di stelle – o di macaron, se si preferisce – a ben 371 chef italiani, tre in meno rispetto al 2020.
A cominciare dai Top 11 che hanno (ri)conquistato il massimo riconoscimento delle Tre Stelle (seguiti da 37 con Due Stelle e 323 con Una Stella) ovvero Norbert Niederkofler (St. Hubertus, San Cassiano, BZ), Enrico Crippa (Piazza Duomo, Alba, CN), Chicco Cerea (Da Vittorio, Brusaporto, BG), Nadia e Giovanni Santini (Dal Pescatore, Canneto sull’Oglio, MN), Massimiliano Alajmo (Le Calandre, Rubano, PD), Massimo Bottura (Osteria Francescana, Modena), Annie Féolde (Enoteca Pinchiorri, Firenze), Heinz Beck (La Pergola, Roma), Mauro Uliassi (Uliassi, Senigallia, AN), Enrico Bartolini (Ristorante Bartolini al Mudec, Milano).
Con loro sul gradino più alto anche l’abruzzese Niko Romito con il Reale di Castel di Sangro (AQ), confermato al vertice per l’ottava volta consecutiva. Dietro di lui, anche se a L’Aquila si è spenta momentaneamente la stella di William Zonfa, traslocato nel luglio scorso dalla Magione Papale verso altri progetti, l’Abruzzo del gusto brilla luminoso grazie alle riconferme delle cucine stellari del Villa Maiella della famiglia Tinari a Guardiagrele (CH), de La Bandiera della famiglia Spadone a Civitella Casanova (PE), di Al Metrò con Nicola Fossaceca a San Salvo (CH) e del D.one a Montepagano di Roseto degli Abruzzi (TE) con lo chef Davide Pezzuto, che fissano a quattro il numero dei ristoranti con Una Stella Michelin in Abruzzo.
Infine, con il simbolo del Bib Gourmand – ovvero la faccina sorridente del simpatico Bibendum che si lecca i baffi – assegnato a ben 252 ristoranti che propongono una piacevole esperienza gastronomica con un menu completo ad un prezzo conveniente, in Abruzzo sono stati premiati Casa Elodia a Camarda (L’Aquila), Taverna de li Caldora a Pacentro (AQ), Da Giocondo a Rivisondoli (AQ), Clemente a Sulmona (AQ), Locanda del Barone a Caramanico Terme (PE), Trita Pepe a Manoppello (PE), Estrò e Taverna 58 a Pescara, Spoon a Teramo, Osteria dal Moro a Giulianova (TE), Borgo Spoltino a Mosciano Sant’Angelo (TE), Bacucco d’Oro a Mutignano di Pineto (TE), Tre Archi a Notaresco (TE) e, novità per il 2021, Vecchia Marina a Roseto degli Abruzzi (TE), portando così il numero complessivo a quattordici locali premiati.
Sfogliando l’album dei ricordi, la guida Michelin nasce nel 1900 come aiuto e sostegno agli automobilisti nel trovare stazioni di rifornimento, officine meccaniche, locande e ospedali. In Italia arriva nel 1956 con la prima edizione che si intitola “Dalle Alpi a Siena”, ma già l’anno dopo la selezione di alberghi e ristoranti si estende a tutto il Belpaese. Le prime stelle compaiono nel 1959. Sono 81 i locali premiati con Una Stella. In Abruzzo ad aggiudicarsela furono i ristoranti Le Tre Marie a L’Aquila, Guerino e Cetrullo a Pescara.
Fonte: http://www.tesoridabruzzo.com