L’83% dei consumatori di vino in Italia conosce il Montepulciano d’Abruzzo (il 43% lo cita se invitato a indicare il nome di un vino abruzzese), ma anche il 45% dei winelover in Germania e il 24% negli Usa. E questo si spiega facilmente considerando che lo hanno bevuto 18 milioni di italiani, 6 milioni in Germania e 3 milioni tra New York, Texas e California.
Sono questi i risultati rilevati sui mercati più strategici dall’Osservatorio Permanente voluto dal Consorzio di Tutela Vini d’Abruzzo e curato dal Wine Monitor Nomisma. E la ricerca condotta sui tre Paesi – nel 2018 la Germania valeva 35 milioni di euro di export di vini abruzzesi e gli Usa 25 milioni – ha confermato non solo l’affezione per il vino, ma anche l’importanza del legame con il territorio.
«La vitivinicoltura oggi è senza dubbio il comparto più importante nell’ambito della produzione agricola regionale e il Montepulciano conferma di essere un volano fondamentale per la crescita del settore», rimarca leggendo i dati Valentino Di Campli, presidente del Consorzio (1,1 milioni di ettolitri imbottigliati nel 2018, di cui 710mila di Montepulciano).
Vino e territorio
Come si posiziona l’Abruzzo nel percepito dei consumatori di vino? L’Osservatorio curato da Nomisma conferma che in Italia il 65% del campione è stato in Abruzzo almeno una volta e le “top of mind” della regione sono collegate soprattutto al cibo – come non pensare agli “arrosticini”? – e alle peculiarità di un territorio che unisce mare e montagne, parchi naturali e borghi d’arte. Il vino occupa il sesto posto con il 7% delle citazioni.
In Germania il 56% degli intervistati conosce la regione, anche se solo il 7% ci è stato almeno una volta negli ultimi 5 anni e si posiziona al decimo posto tra le regioni citate per la produzione di vini. In USA la quota di chi conosce la regione è più bassa (25%), mentre gli altri valori sono perfettamente allineati a quelli della Germania.
Investigando invece il ruolo dell’origine territoriale nelle scelte di consumo di vino, i risultati vedono una divaricazione tra gli oceani: è fondamentale in Italia e in Germania, dove rispettivamente il 30% e il 28% dei consumatori sceglie la bottiglia proprio in base alla provenienza, mentre si scende al 17% negli Usa.
Dunque, nonostante il Montepulciano d’Abruzzo sia il primo vino del centro-sud Italia conosciuto o consumato negli States e in Germania, c’è dunque ancora molta strada da fare. «Sono molte le potenzialità dell’Abruzzo come regione vocata alla viticoltura che vanno ancora esplorate ed esaltate – rilancia Di Campli – Il Consorzio lavora per migliorarne inoltre il posizionamento, facendo appunto leva sul binomio vino e territorio d’origine».
Consumi e scelte d’acquisto
Dalla ricerca emerge anche una differenziazione nei canali di consumo del Montepulciano. In Italia è infatti prevalentemente domestico. In Germania i consumi domestici e fuori casa sono appaiati, ma l’occasione più frequente è il dopo cena, fuori dai pasti. Negli Stati Uniti invece il Montepulciano d’Abruzzo viene consumato prevalentemente fuori casa, al ristorante – dove non è certo basic, dato che tra New York e San Francisco il 50% dei vini abruzzesi supera i 130 dollari e talvolta si arriva a 300 dollari.
La scelta d’acquisto è molto influenzata dai consigli del sommelier o dell’enoteca soprattutto in Italia (27%, contro il 22% in Germania e 19% negli USA), mentre all’estero il primo criterio è la notorietà del brand (26% Germania e 25% USA) e le degustazioni nei punti vendita o nei ristoranti rappresentano il principale fattore propulsivo per avvicinarsi ai vini abruzzesi (39% in Germania e 43% in Usa), a fronte di una preponderanza del viaggio eno-gastronomico per gli italiani.
Fonte: https://www.ilsole24ore.com/